Avevo tre anni quando un’assistente sociale mi portò a Villa Azzurra che di quel colore non aveva proprio nulla. Ci finii perché quella buona donna di mia mamma mi aveva avuto da un uomo che della paternità se ne infischiò allegramente, non l’ho mai incontrato. Lei era giovane e sola…
Comincia così, con una storia terribilmente simile a molte altre, questo libro scritto per non dimenticare. Raccogliendo le cronache e le testimonianze di chi ha trascorso la propria infanzia dentro i manicomi, Alberto Gaino costruisce un racconto di quello che avveniva fra gli anni ’60 e ’70, prima della Legge Basaglia del 1978, senza tuttavia trascurare il presente e il futuro del disagio psichico, spostando l’analisi sui tagli ai servizi pubblici, sulla metamorfosi dei vecchi istituti, fino agli abusi degli interventi psichiatrici. In questo scenario, si allarga lo sguardo sulle odierne forme di disagio psichico giovanile e sull’adeguatezza ed efficacia degli interventi da parte della società.