Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio. (Cesare Beccaria)
Come è cambiato nel corso dei secoli l’esercizio della pena capitale? Quali conseguenze – anche psicologiche e sottese alla spettacolarizzazione pubblica della morte – ha il potere di uccidere nel rapporto tra Stato e cittadini? È possibile abbandonare definitivamente la cultura della vendetta e promuovere una società pienamente civile?
Tre quarti dell’umanità vive in Stati che si arrogano il diritto di uccidere i loro cittadini. Questo libro descrive e documenta diversi aspetti della pena di morte nel mondo e nella storia. Dal carnefice romano all’iniezione letale nelle celle della morte statunitensi: la superstizione, il timore di Dio, il potere dello Stato, la fede nella tecnica, lo spirito umanitario.