NUOVA EDIZIONE 2017. Contiene il racconto inedito "La leggenda del bosco incantato" di Rosalba Scaglioni
La storia di un paese attraverso le ricette familiari.
Questa pubblicazione per raccontare delle nostre case, di mamme, di nonne che restano sempre con noi.
Le ricette sono il filo conduttore dei ricordi, di identità, di cultura che ogni famiglia si trasmette anche nelle piccole cose come in cucina.
Un ricettario di ricordi per non perdere la memoria storica, perché la cucina oltre che di ingredienti è fatta soprattutto di tempo, pazienza, fantasia e come emerge da questo volumetto anche di un ingrediente segreto che accomuna tutte le ricette: l’affetto che la famiglia rilascia incondizionatamente come una stufa a legna rilascia il proprio calore.
Un ricettario fatto di storie di persone che hanno intrecciato la loro vita con Zibello e che raccontano un piatto che hanno nel cuore...
KRAFFEN E TORTA DELLA NONNA
di Manuela Amadei
Nonna Maria era nata in Brasile ed a me piaceva sentirle raccontare di quella terra così lontana e di tradizioni che mi affascinavano. Mentre cucinava lo faceva spesso dietro mia sollecitazione. Era vissuta a Mococa di Santa Fé vicino a San Paolo, raccontava di grandi distese verdi, di una cultura tanto diversa, di come le avevano insegnato a interpretare i fenomeni della natura e attraverso questi cogliere il futuro.
Anche quando preparava la torta in occasione della fiera del paese mi raccontava del Brasile. La torta era sempre grande perché eravamo in tanti al pranzo della fiera, nonni, zie, cugini attorno al grande tavolo sul prato a lato della casa sotto un glicine. Quante cose da mangiare...
Gli zii chiacchieravano, le zie, la nonna e la mamma cucinavano e servivano a tavola e noi cugini giocavamo sotte le piante di mele con cassette di legno. A volte ci allontanavamo e andavamo lungo i fossi a cercare non so cosa perché non trovavamo mai nulla, oppure a piedi scalzi stavamo nell’acqua freddissima che veniva usata per irrigare fino a quando qualche adulto ci rimproverava paventando malanni che nemmeno capivamo cosa fossero e ci richiamava all’ordine.
In ogni caso eravamo sempre puntuali all’appuntamento con una grossa fetta di torta che chiudeva un pranzo di festa. Io ne chiedevo sempre due in più da portare a casa all’altra nonna, Pina, e allo zio.
I Kraffen di mamma Luisa sono una bontà e ne siamo sempre stati golosi tutti in casa, io, papà Franco, zio Walter e nonna Pina, solo mio fratello Giuseppe non ne andava e non ne va matto e non comprendo come sia possibile. A tutti piacciono, ora anche ad Alessandro e Marzia.
Purtroppo erano poche le occasioni in cui la mamma li preparava.
Per la frittura si doveva aspettare lo strutto fresco ottenuto con l’uccisione del maiale, e da bambina non capivo perché fosse reperibile solo in inverno, così alle mie richieste di Kraffen, spesso mi veniva risposto “non si può, non c’è lo strutto”.
Non capivo cosa fosse lo strutto e perché non c’era mai.
Poi, finalmente, con l’inverno, dal nonno si uccideva il maiale e lo strutto c’era.
Per convincere la mamma a prepararli, sia io che nonna Pina ci offrivamo di aiutare. Ma a mamma toccava quasi tutto il lavoro. La nonna preferiva fare i lavori domestici piuttosto che cucinare e io ero probabilmente di poco aiuto.
Inizialmente il mio compito era quello di bagnare i profili delle rotelle di pasta poi, con il passare degli anni, le mie competenze sono aumentate, preparavo lo zucchero a velo, mettevo la marmellata, bagnavo le rotelle e le premevo una sull’altra.
Non ho mai avuto la misura delle quantità necessarie e quando li vedevo stesi sul tagliere mi sembravano sempre pochi ma la mamma mi rassicurava “ce ne sono abbastanza, sì, avanzeranno, vedrai..” e infatti il cesto era sempre colmo nonostante io continuassi ad assaggiarne prima di aver finito di imbiancarli con lo zucchero a velo e riporli nel cesto.
Anche adesso questi kraffen sono buonissimi ma ancora sono poche, purtroppo, le volte che mamma li prepara. Non è più questione di strutto ma di... calorie.
Uffa! Le cose buone ingrassano…
KRAFFEN
Ingredienti
3 hg farina
2,5 hg patate
40 gr burro
40 gr zucchero
20 gr lievito di birra
2 uova
Procedimento
Far lessare le patate, passarle nell’attrezzo per filarle e impastare con farina, uova, lievito, burro, zucchero.
Lasciare lievitare la pasta coperta per 2 ore.
Prenderne dei tagli, tirarla e farne dei dischetti con un bicchiere.
Riempirne la metà con marmellata di susine brusca e ricoprirli con l’altra metà dei dischetti bagnando leggermente il bordo per farli aderire.
Fare riposare e poi friggerli nello strutto.
Lasciarli scolare su carta assorbente.
Coprirli con zucchero a velo e servire.