Il sipario del Teatro Flavio Vespasiano come (forse) non l’avete visto mai: merito del restauro effettuato da docenti e allievi dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, a cui la Fondazione Varrone – d’intesa con il Comune di Rieti – ha finanziato e affidato il lavoro di pulitura, consolidamento e reintegrazione pittorica dell’opera che Antonino Calcagnadoro realizzò nel 1917. Il restauro, condotto sotto la direzione della professoressa Grazia De Cesare, si è concluso il 31 luglio. Ammirare il cosiddetto “comodino”, ovvero quel telo che un tempo veniva calato sul palcoscenico tra il primo e il secondo atto dello spettacolo, sarà una sorpresa per molti se non per tutti. Erano decenni che non veniva più utilizzato per le pessime condizioni della gigantesca tela di 11 metri per 13 sulla quale Calcagnadoro dipinse a tempera la resa di Gerusalemme a Vespasiano. Ora sarà possibile rivedere nella sua interezza la scena solenne del futuro imperatore romano seduto sul trono, davanti alle mura della città, mentre la massa dei vinti si inginocchia al suo cospetto.