La chiave di lettura del testo con cui si vuole raccontare “l’Altra Parigi” è l’arte.
Riscoprire l’affascinante e raffinata Parigi della “Belle Époque” tra i colori a olio delle tele di Monet, Utrillo, Cézanne, Renoir, Pissarro e dei tantissimi altri maestri che si possono ammirare nei suoi Musei, e trovare “l’Anima e l’Essenza” della città, soprattutto nella pittura e nell'arte di quel periodo straordinario e fecondo, compreso all‘incirca tra il1850 e il 1950, che così tanto ha influenzato la Parigi odierna.
Se amiamo la Parigi di oggi è anche grazie al suo passato.
È la storia, intesa come vissuto, come contributo perpetrato nel corso dei secoli dall’insieme di gente comune e personaggi illustri, a fare la differenza tra le città; non sono i grattacieli, l’opulenza o l’elevato numero delle filiali bancarie e degli uffici amministrativi.
Sono le vicende umane e il bagaglio storico di un popolo a rendere magnifiche le città.
Ciò che conosciamo di Parigi è già molto; a questo possiamo aggiungere ciò che è meno noto ma ugualmente ricco e rilevante.