Romanzo ironico onirico: un anagramma per intrecciare fatti reali e inventati, umane debolezze e capisaldi morali in un hellzapoppin di equivoci e salti spazio temporali.
Un Padreterno, fatto "a nostra immagine e somiglianza, spiega perché da sempre invia suoi Emissari nel tentativo di guidare l'umanità. Per contro, questa sua imperfetta creazione, disattende il proprio ruolo creando regole e ordinamenti in contrasto con la sceneggiatura del Divino Regista. L'Unto, il protagonista, è uno dei tanti "inviati" a guidarci verso la giusta interpretazione del Verbo. È così che, come in sogno, si passa dal Vangelo a un set cinematografico dove l'Unto prende le sembianze del più noto rivoluzionario di tutti i tempi. Resuscitato, come si conviene a ogni messia di tutta la sua esistenza è stata travisata a causa della sua fotogenia.
La CIA, la cagnetta Laika, Omar Sharif, i dittatori, il cinema, le sacre scritture, la salsa, il codice della strada, la paura della morte, il giudizio universale e il processo di Norimberga, l'amore per le donne, le religioni: sono gli elementi incastonati nel racconto che, in un mare di equivoci, creano continue correzioni di rotta al dipanarsi degli eventi, sovrapponendo l'Unto-cinematografico e l'Unto-rivoluzionario. Un sottile fil rouge di citazioni, più o meno evidenti, con una morale nascosta come si addice a ogni fiaba sospesa tra realtà e sogno.