Quando la vita tranquilla del brillante matematico Carlo Palmieri si combina alla misteriosa parabola trascritta nel diario di un personaggio misterioso, l’equazione è servita. La cabina senza oblò diventa il primo grande problema matematico mai tradotto in lettere e ironia. Così il romanzo comincia a unire le costanti, le complessità della natura, e magari anche lo zero – perché in ogni storia che si rispetti l’inizio è le fine e la fine è l’inizio – nella formula matematica più bella che si possa immaginare. Quella magica equazione che sarà in grado di prendere gli eventi, posizionarli su binari paralleli per poi metterli a confronto e scoprirli come un’unica identità.
Quando le lettere del “problema” esistenziale nascosto ne La cabina senza oblò smetteranno di essere segni misteriosi, Carlo capirà che per subire grandi sconfitte bisogna prima aver combattuto grandi battaglie, scoprendo l’aspetto più profondo della formula della vita: un viaggio fatto di elementi a contrasto tra aspettativa e realizzazioni, sorpresa e unitarietà, attraverso la combinazione di semplice e complesso e lo studio della differenza nella similarità e della similarità nella differenza.