Questo lavoro è nato dal proposito di verificare il ruolo di Maria di Nazaret nella genesi della maggiore invenzione letteraria di Dante e anche dall’idea che il poeta — attraverso la devozione mariana, diffusissima nei suoi anni a Firenze — affini via via il suo modo di essere cristiano e di sentirsi chiamato ad un rinnovamento dei costumi e dei comportamenti non solo personali, quanto di quella società fiorentina che usciva dagli statuti del Medioevo e che si avviava a preparare — proprio a ridosso della stesura della Commedia —– le giustificazioni umanistiche della propria vitalità e delle proprie scelte.
Ma altro pregio di questo intelligente e vigile itinerario nella creatività dantesca è non solo quello di rinvenire e commentare tutti i luoghi che Dante destina alla Vergine nel poema (che sono numerosi e assai significativi), bensì pure nel fornire all’esegesi della Commedia una più chiara parabola di segno mariano, intimamente indirizzata alla liberazione da ogni male e alla salvezza propria e collettiva.