La morte non fa paura nemmeno quando ordina perentoriamente di mettersi sull'attenti. Madre della trasformazione, parla nella lingua materna, dice in dialetto; forse per questo chi va a lei è come se tornasse allo stato d'infanzia.
Il cammino ad incontrarla è ancora toccato dai dolori della vita, però si apre alla curiosità per il mondo, come nello sguardo della prima volta di un bambino che con emozione immediata si meraviglia di cose semplici o misteriosissime allo stesso modo.
Il guardiano del cimitero, che prende forza dai suoi morti, o il musico che canta e suona per chi soffre l'estremo dolore, nella loro naturalezza, si fanno allora a noi guida, amorevoli psicopompi.