La bonifica fascista dell’Agro Pontino non è stata la creazione di un demiurgo. È stata invece l’esito di una serie di eventi preparatori che questo saggio sviscera con puntiglio. Dal 1920, in un clima economico e legislativo favorevole, venne tentata una via imprenditoriale e capitalista alla bonifica, totalmente sposata dal nascente regime fascista. Per una congiuntura assai complessa, indipendente dalla volontà di Mussolini, si è poi voluto trasformare l’intera impresa in una grande opera di redenzione ed elargizione della terra ai contadini.
Protagonista del tentativo capitalista la figura misconosciuta, eppure da portare sotto i riflettori della storia, di Gino Clerici, sinora ricordato solo come una sorta di faccendiere che voleva approfittare della situazione. Clerici non fu un pirata che la storia ha liquidato con l’oblio, ma l’artefice di un’avvincente operazione legata alla bonifica delle Paludi Pontine.
L’Agro Pontino dunque deve in parte essere riletto riflettendo su questi eventi, che spogliano dalla retorica di regime e da una propaganda che dal 1931 racconta i fatti attraverso negazioni, errori, omissioni.
L'Autore
Francesco Moriconi (Roma, 1971) è archeologo specializzato e, in società con Giulio Fratini, si occupa di studio degli edifici storici, ricerche storico archivistiche, divulgazione storica e storico artistica.
È autore di diversi articoli e monografie relativi al suo campo si indagine e ha insegnato a contratto presso l’Università di Siena-polo aretino (analisi tecnica dell’edilizia storica) e di Perugia (linguaggio formativo nei beni culturali).
Svolge consulenze scientifiche per allestimenti e trasmissioni televisive.