Questa raccolta poetica ha la valenza di un doppio tributo: a Ovidio, l’illustre poeta autore delle Metamorfosi e dell’Ars Amatoria, originario di Sulmona, come la poetessa Centofanti, e ad Arturo Faiella, compianto artista e pittore, anch’egli sulmonese, esempio e amico prezioso per l’autrice. Sessanta brevi componimenti, tanti quanti furono gli anni di vita mortale concessi a Publio Ovidio Nasone; sessanta testi che hanno, come le tele del maestro Faiella, gioia, sensualità, emozione ma anche disincanto, inquietudine e consapevolezza. Lucia Centofanti ci regala un’opera criselefantina, per citare il titolo della terza poesia, che restituisce al pubblico la policromia dell’oro e dell’avorio: l’anelito alla trascendenza e la Bellezza della vita comunque e nonostante tutto, nonostante “le bugie che essa ci racconta” e “il sale e l’amaro che ci fa ingoiare”, come scrive la stessa autrice.
Primo capitoloE se la vita ti racconta
sempre qualche bugia
non darle torto,
trattala con rispetto:
va a finire che si innamora di te.
E per vivere raccomandati all'istinto,
così mangia sale e bevi zucchero:
tutto si scioglie e l’amaro s’ingoia.
Tutto poi può trasmutare in oro,
in questo modo,
in questo mondo.”
CRISELEFANTINO