Rileggere queste pagine di Alfonso Pontrandolfi significa riappropriarsi della memoria recente così importante della storia della città dei Sassi, una fotografia nitida e dettagliata di quanti e quali sono stati i protagonisti e i processi, le scelte, le responsabilità di uno dei passaggi cruciali per Matera e saper quindi meglio interpretare la realtà attuale che vede Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Primo capitoloIl problema dei Sassi di Matera costituisce a pieno diritto, anche grazie all’impeto popolare iniziale con cui esso si impose all’attenzione della politica nazionale, un capitolo a sé nella storia del Mezzogiorno. Questa posizione di vantaggio e quasi di privilegio dipende essenzialmente da
due fattori. Il primo è rintracciabile nel carattere di “modernità” che la questione dei Sassi assunse sin dal momento stesso in cui essa si pose: essa infatti nasceva dal cuore stesso delle lotte per la riforma agraria, ma spostava la sostanza del riscatto delle popolazioni meridionali su un
terreno nuovo – quello urbano – che a un tempo appariva in gran parte inedito e irrinunciabile, cioè non eludibile ma anche di difficile gestione da parte delle stesse forze sociali, chiamate ora a misurarsi con problemi e modalità di conduzione della lotta quasi del tutto sconosciuti. Questa intrinseca difficoltà è ampiamente documentata nel presente studio di Alfonso Pontrandolfi, che, essendo uomo di sinistra, affronta criticamente la lunga e travagliata vicenda dello “sfollamento” degli storici quartieri, sottolineando l’iniziale incapacità o inadeguatezza dell’iniziativa politica
delle sinistre (ma a maggior ragione delle altre forze) a superare la quasi totale assenza di prospettive culturali adeguate. La nuova prospettiva, del riuso a fini abitativi degli storici quartieri, fu appunto il secondo fattore di novità e di rinnovamento che caratterizzò la questione dei Sassi in senso originale e moderno, nel quadro delle realtà urbane e sociali del Mezzogiorno interno. Ancora una volta i Sassi e le lotte per essi si definivano in maniera peculiare come un aspetto della
nuova “questione urbana”, non più solo come essa si era posta a metà del secolo, ma come essa veniva intesa alla fine del Novecento, cioè anche questa volta con una fisionomia notevolmente rinnovata, quale quella che faceva riferimento alla nuova cultura dei centri storici ed antichi, che ha fatto dei Sassi e della loro “storia dell’oggi” un modello in buona parte trainante ed esportabile. A cinquant’anni dalla prima Legge speciale per il “risanamento” dei
Sassi di Matera, questo studio costituisce quindi un contributo considerevole alla conoscenza del travagliato percorso, di natura non solo tecnica ma anche politica, nel quale è stata impegnata la città nell’ultimo mezzo secolo della sua storia. (Dall’Introduzione di Raffaele Giura Longo).