«Questa, direi, è l’essenza della democrazia: capire che non posso escludere nessuno, anche se non devo “credere” a nessuno».
Posto di fronte ai problemi del nostro tempo – a partire da quella crisi che emerge ormai come un redde rationem per l’intero Occidente – un filosofo mostra in concreto cosa significhi fare filosofia. Non solo riflettere sulle “cose”, ma chiedersi a quali condizioni sia possibile farlo. Esercizio certo perturbante ma salutare, perché capace di aprire l’esistenza individuale alla coscienza della vita anonima che sempre ci abita: vita di tutti e di nessuno, libera dall’ipoteca dell’identità e dalle sue funeste ansie di possesso.