La Vendetta e il Disincanto. Due uomini bruciati dalla vendetta e dal disincanto. Quelli che comunemente verrebbero considerati il cattivo ed il buono.L'assassino e la guardia.Ma la vita è più complicata di così. Dove dovrebbero esserci la differenza dei ruoli, la caccia, la sfida, a volte arrivano l'ammirazione e persino l'amicizia.L'incrocio di due storie, quelle del “cattivo” Lazzaro e del “buono” Ottavio.Talmente diverse da diventare quasi uguali.
Dagli stessi autori di Tortelli & Porcelli
LA MENTE È LUCIDA.
La mente è lucida. Finalmente ragioni bene.
Erano anni che non ti succedeva.
Forse avevano ragione i dottori di una volta, un bel salasso e via.
Anche se cinque buchi calibro 7,62 nella pancia sono qualcosa di più di un salasso.
Hai ritrovato perfino il senso dell’umorismo, stai allegro.
Allegro ’na mazza, stai per crepare.
Tra poco comincerà a mancarti anche l’aria.
Sei caduto nella piscina. Galleggi a culo insù.
Ti chiedi se prima soffocherai o se ti dissanguerai o se magari il Signore ti manderà un bel crepo a piantar lì di menartela.
Sei stranamente vivo, sensibile, ti pare di sentire ancora il bollore delle Beretta che ti scalda gli indici. Possibile? Giureresti di sentire l’odore - no, il profumo - della polvere da sparo.
Sono anni - quanti? Boh, tutta la vita - che hai percezioni alterate. Sei come un deficiente daltonico che non ha mai visto davvero il rosso o il verde, solo che tu non scambi qualche cazzo di colore, tu te ne sbatti di abbinare i calzini, sei un fottuto mentecatto.
Fottuto?
Troppi film americani del menga che ti sifonano il cervello. A Bologna nessuno dice fottuto. Nessuno dice neanche sifonato. Hai un lessico di merda, meriti di voltare i piedi all’uscio.
Ricomincia la confusione mentale.
La conosci bene. Quando è lieve basta una pillola bianca, quando è grave ce ne vogliono due, poi se non basta prendi quella rossa e due pasticche azzurre se il mondo va a rotoli. Palliativi. Le medicine ti fan sembrare di capirci, ma ti incasinano solo ad un altro livello.
Devi bere.
Beviti la fottuta piscina.
Ancora.
Preghi un canchero perché non vuoi morire col senso dell’umorismo di Eddie Murphy.
Vuoi bere. Sai che bere è l’unico modo per essere lucido. Vino. Basta, quando la malattia si fa appena sentire. E poi ti piace. Godi quando il Pignoletto freddo ti raschia la gola. Sei di Bologna, difendi la tua tradizione. L’hai difesa talmente tanto che da solo sbilanci il PIL dei Colli.
Cosa farai adesso?
“Mah, per far qualcosa di nuovo credo che morirò”.
Nuovo. Nuovo? Sono anni che sai che questo momento sarebbe arrivato.
Capito!
Ecco perché sei allegro. Ti aspettavi di morire in un letto d’ospedale, con le flebo, intubato, o forse nel polmone d’acciaio, chissà. Magari cagandoti addosso tutto il giorno. Un corpo vizzo e malato, che fa schifo anche a morire, che non si decide a morire. Cure. Cavia. Terapie. Tutta la vita che tenti terapie. Sei malato. Sei uno schizzato. Uno schizzato assuefatto, drogato di medicinali talmente allucinogeni che rischiarano la realtà. Hai un cervello di merda. Sindrome bipolare. Non proprio, una specie. Quale specie, dottore? Una specie come il cammello, come la scimmia?
Dottori. Quanti dottori.
Che bello non morire tra i dottori.
Come ti senti vivo a morire dopo una sparatoria con cinque bossoli nel torace.
D’altra parte la vita regola sempre i suoi conti.
Davvero credi che la vita regoli i conti? No, ma dovrebbe.
Ad ogni modo te hai regolato i tuoi, di conti: una bella soddisfazione.
Adesso però Lazzaro crepa, eh? Non farmi il miracolo e resuscitare. Stai bello spiano e tira il gambuzzo. Crepa, non dare ai dottori la soddisfazione di resuscitarti per ricominciare a farti morire lentamente con le loro cure.
Per cosa poi?
Per campare da alcolista farmacodipendente con tendenze sociopatiche?
Ellamadonna, adesso parli come loro, i dottori. E poi: parli… sott’acqua pensi, mica parli. Sottigliezza.
Sei malato nella testa Lazzaro, ti spari pasticche come a un rave e bevi come al festival degli alpini tutti i giorni e hai perso l’unica cosa che contava.
Lei contava. Dava un alone di senso.
Loro ti hanno strappato il senso. Ti hanno dato un nuovo senso.
La vendetta.
Tu hai preso le loro vite.
Hai di nuovo perso il senso.
Però l’hai messa nel culo ai dottori.
Ma sì, non è la vita che pareggia i conti. È la morte.