Dopo il successo dell’edizione emiliana e lombarda del libro ecco quella dedicata alle donne imprenditrici piemontesi.
Dalle coltivazioni all’arte bianca, dalla maglieria per alta moda alla letteratura, dal restauro di beni alla diffusione della cultura italiana nel mondo, dalla raffinatezza del gioiello prezioso allo scintillare su una passerella per diventare talent-scout ante-litteram, dall’arte fino al dare inizio al commercio ambulante: le donne piemontesi raccontate in questi diciassette ritratti offrono un’immagine ricca e diversificata, proseguono un’impresa di famiglia iniziata al femminile o condivisa e mai lasciata, aprono le porte pioneristicamente ad attività che oggi fanno parte integrante della società che cambia, curano con attenzione e maestria professioni delicate e importanti. Sono queste storie che partono dalla età del 1700 e arrivano ai giorni nostre, donne che fecero impresa e donne che la fanno oggi: dal Vercellese al Novarese, dal Torinese al Cuneense all’Alessandrino.
Diciannove racconti, ventuno autrici (due storie sono scritte a quattro mani) raccontano tra vita e romanzo le donne imprenditrici piemontesi.
AUTORI
Alessandra Biella
Barbara Guidi
Lucia Borsani
Gloria Carraro
Gabriella Depaoli
Paola Ferracin
Luisa Ferrara
Susanna Soncin
Marina Iuele
Raffaella La Villa
Sara Magnoli
Flavia Manente
Federica Mingozzi
Emanuela Morani
Stefania Natalicchio
Fulvia Niggi
Maria Rosaria Ottolini
Lucetta Paschetta
Iante Rossetti
Primo capitoloPREFAZIONE
Il libro Le donne che fecero l’Impresa – Piemonte, così come i precedenti incentrati su figure dell’Emilia Romagna e della Lombardia e quello sul Lazio, in uscita contemporaneamente a questo, fa davvero luce sulle eccellenze al femminile della nostra zona.
Belle storie di donne coraggiose e tenaci, ambiziose e creative.
È sempre sorprendente vedere come la casualità sia stata per tutte loro “casualità”, se mi è permesso il gioco di parole. E questo perché erano pronte a osare, sentivano di meritare un’opportunità: un messaggio ai giovani di oggi, e anche a tutti coloro che stanno in attesa di un improbabile colpo di fortuna senza coltivare una passione.
Tra queste eccezionali donne, un posto importante è anche quello di Elve Fortis de Hieronymis, che aveva già nel nome - Elvezia, scelto per lei da uno zio anarchico - il segno di un destino divergente. Nata nel 1920 e vissuta fin dall’infanzia a Novara, non aveva compiuto i suoi diciotto anni e già dovette lasciare la scuola per sostenere la famiglia. Ma era una donna intelligente, vivace e ambiziosa, così riuscì ugualmente a terminare gli studi e diventare professoressa di arte al liceo scientifico di Novara. Ma nemmeno quello la soddisfaceva completamente, per quanto il suo interesse per l’educazione dei giovani al bello fosse vivo e sincero, come testimoniano ancora oggi i suoi ex studenti. Attratta dall’arte contemporanea e dalla manualità creativa, decise di investire nella sua vena artistica, frequentando il gruppo storico di ceramisti ad Albissola e iniziando la collaborazione con il Corriere dei Piccoli negli anni più gloriosi di questo incomparabile settimanale. Dalla frequentazione di artisti come Luzzati, Munari e Nidasio (per citare solo i più famosi) nacque poi la passione per la letteratura infantile e per i libri gioco, stimolanti nella forma quanto nei contenuti. Fu pioniera dei primi libri cartonati della Coccinella, dotati di stupefacenti sorprese per gli occhi e la mente. Fu e rimane una delle poche illustratrici italiane a coltivare con certosina pazienza l’arte del collage e a scrivere una insuperata guida alle attività manuali artistiche per l’infanzia: Così per gioco, pubblicato da Einaudi e ora nei titoli di Interlinea edizioni. Proprio a Roberto Cicala, direttore della nota casa editrice novarese, si deve la ripubblicazione di alcuni dei suoi libri per la prima infanzia: sono albi solari, vivaci e ricchi di fascino, le cui illustrazioni raccontano storie che un bimbo può interpretare anche da sé. Tra tutte, mi piace qui ricordare Che tempo fa, per l’eleganza quasi giapponese delle sue pagine.
A Elve è stata intitolata la biblioteca per ragazzi di Novara, che conserva anche una parte degli originali dei suoi lavori di artista ed è interamente dedicata ad avvicinare i bambini alla bellezza dell’arte.
Sono felice che la dedica di questo libro vada dunque a lei, protagonista dei migliori anni di innovazione della nostra letteratura italiana, mia carissima amica, a cui devo il grande cambio della mia vita: la decisione di dedicarmi a scrivere per bambini.
Anna Lavatelli
Scrittrice di letteratura giovanile