Le testimonianze, i diari e le lettere di questo libro raccontano di quelle epoche, di quei giorni da tregenda. Gli scritti ci restituiscono intatti i “sapori” e le atmosfere di quei tempi ormai lontani, che sembrano distanti anni luce dal nostro vivere di ogni giorno, di quando gli italiani con le stellette erano immersi nei quotidiani drammi che ogni guerra immancabilmente porta con sé. Certo, piccoli tasselli di storia, a volte forse insignificanti, ma di tanti piccoli tasselli “a volte insignificanti” è formata la grande Storia, quella che poi si studia a scuola sui libri di testo. E allora i morti diventano numeri, soltanto numeri. Come quelli del 18 ottobre e 10 novembre 1915, rispettivamente 3a e 4a battaglia dell’Isonzo. Perdite complessive degli italiani circa 116.000 combattenti contro 70.000 austriaci. Montagne di cadaveri per insignificanti spostamenti fronte. Già la fanteria della Grande Guerra. Soltanto carne da cannone, per i generali. E dietro ogni numero c’era invece un uomo con la sua storia, con i suoi amori, con le sue speranze.
Questo libro è dedicato alla memoria di quanti dei Nostri nel corso del Novecento partirono un giorno con le stellette… e non più tornarono alle case, alle donne, agli affetti.
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