“gli sembrava che il segreto dello scorpione fosse lì, alla sua portata. Si disse allora che lo avrebbe fatto soltanto per sé, per il gusto di sapere”.
Tra le sontuose sale affrescate del Palazzo ducale di Sassuolo, un piccolo dettaglio attira l’attenzione di Delio: nel soffitto dipinto della Camera dell’Amore, tra gli ori e i turchesi sgargianti, spicca la sagoma nera di uno scorpione. Più in basso un Ercole nerboruto pare accorgersi della minaccia e vacilla pericolosamente sotto al globo terrestre. Cosa ci fa uno scorpione nell’armonia di quella stanza? E, soprattutto, cosa rappresenta davvero?
Una vicenda artistica ancora sconosciuta e una scrittura saggistica che si fa racconto per sporcarsi d’intreccio e di sentimenti: ecco l’anima di queste pagine, dove la ricerca umanistica, nell’incastro di argomentazioni e documenti, assume talora i contorni dell’indagine poliziesca e del racconto psicologico. Unico filo conduttore l’amore per l’arte, ovvero il desiderio di dipanare il mondo fuori di sé.