Le emozioni che la vita ci conduce a vivere sono determinate da un infinito ventaglio di eventi, di circostanze, nonché dal nostro modo di essere, di fare, e sopravvivono nel tempo - volenti o nolenti - come adesivi, post-it, nel cuore della nostra memoria.
Le emozioni ci legano, ci allontanano, ma ci accomunano, sempre, tanto da ritrovarsi dentro le parole di queste poesie che radunano come ad un concerto, mentre cantano versi e parlano di amore, di ricordi, di dolore, di sogni.
L'autrice descrive in punta di penna quanto sia difficile (re)stare in equilibrio sulle difficoltà di ogni giorno, il bisogno di rimanere illesi dall’infelicità cercando di vivere una vita secondo i propri desideri, secondo l’essere se stessi.
Anna Boccadamo
ACCENNI SUL VINO
Il jazz.
Trovo che sia romantico. È quel genere di musica che ti capita di ascoltare occasionalmente, magari in un lounge bar, con le luci soffuse e i menu pieni di vino, di nomi, di etichette dalle origini più lontane per bevitori di ogni tipo di esigenza, sofferenza. E ci sono i camerieri, con la vita in tasca e sul vassoio quella degli altri. Degli altri, sì, che viaggiano in prima classe su dischi volanti, piatti, come i loro orizzonti.
Ci sono bollicine che danzano dentro ai calici e negli sguardi fugaci di chi le beve. Sguardi innamorati, seduti ad un tavolo in cui il tempo sembra smettere d’importare, di non esistere quasi.
Come quei due laggiù ad esempio, che masticano parole piene di quello che conta davvero per loro. E c’è il jazz, che rende tutto un po’ più magico...
E cos’altro potrebbe mai esistere?
Poco altro: le stelle lassù nel cielo, un po’ timide, un po’ sole, un po’ fredde, meravigliose,
e un bacio.
Potrebbe esistere un bacio che forse li unirà, li stringerà, spegnendo le luci del mondo circostante.
Ma come tornano alle proprie case gli innamorati, dopo aver passato una serata del genere?
Sarebbe bello che il loro domani non fosse una domenica, perché le domeniche sono malinconiche, spesso grigie (ma questa, forse, è una prerogativa della Pianura Padana) e spezzano quella magia provata la sera prima; rompono quello stato di ebbrezza, di immortalità, di temerarietà.
E poi, come si descrive la musica? Il jazz?
Io credo appartenga a quella categoria di cose del mondo per le quali sia davvero difficile trovare termini appropriati, sufficienti a descrivere, ad esprimere, i caratteri della musica, del jazz!
I veri coraggiosi sono gli enologi: s’arrampicano sugli specchi e i vocabolari pur di trovare termini in grado di descrivere il sapore di una certa tipologia di vino. Non ho mai frequentato enologi, ma credo che debbano avere una curiosa personalità.