Squilibrata. Malata mentale. Maniaca. Folle isterica. Così veniva definita nei secoli passati Olympe de Gouges, oggi considerata una patriota francese, un’eroina del proprio tempo e una pioniera del femminismo. Nata nel 1748 come Marie Gouze, scelse di cambiare nome e intraprendere una carriera difficile, soprattutto per una donna dell’epoca: fare la scrittrice. Testimone diretta degli eventi della Rivoluzione Francese, le opere teatrali e gli scritti politici di Olympe riflettono i suoi ideali. Nei suoi scritti rivendicò diritti e uguaglianza per categorie di persone all’epoca considerate inferiori: donne, bambini, neri, poveri. Con una modernità di idee fuori dal comune, condannò la schiavitù, la monacazione e i matrimoni forzati, reclamando il diritto al divorzio e il riconoscimento dei figli naturali. Propose inoltre la creazione di forme di assistenza sociale come ospedali dove le donne potessero partorire con dignità e igiene, case di accoglienza per anziani, asili per gli orfani. Schieratasi apertamente contro Robespierre e la violenza del Terrore, Olympe de Gouges fu ghigliottinata il 3 novembre 1793, unica donna condannata a morte a causa di scritti politici, e la seconda a salire sul patibolo dopo Maria Antonietta. Proprio alla regina aveva dedicato nel 1791 la sua opera oggi più famosa, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.
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