Un viaggio dai contorni mitici: dall’Italia in treno e in bus lungo l’Est Europa, la Russia, la Mongolia, la Cina, il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, la Malesia e infine, come passeggero di una portacontainer, in Australia. Un invito a non arrendersi alle difficoltà o ai luoghi comuni.
È fine estate del 2019 e Giorgio, viaggiatore con un importante passato di lavoro all’estero, non si rassegna a rinunciare ai sogni. Una figlia trasferitasi in Australia gli dà l’occasione d’intraprendere un viaggio dai contorni mitici: raggiungerla dall’Italia in treno e in bus lungo l’Est Europa, la Russia, la Mongolia, la Cina, il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, la Malesia e infine come passeggero di una portacontainer, sbarcare in Australia. Fanno da sfondo le enormi distese della Siberia e della Mongolia, i contrasti tra la modernità delle metropoli cinesi e le bellezze delle aree rurali, il fascino dell’Indocina e della Malesia e infine la vita di spiaggia del sogno australiano. Il rientro dal viaggio coincide purtroppo con l’arrivo della pandemia, cui l’autore fa riferimento come a un convitato di pietra. Resta un messaggio di speranza e di resilienza. Un invito, non importa quale siano gli obbiettivi, a non demoralizzarsi, a non arrendersi alle difficoltà o ai luoghi comuni sull’età. “Se si ha davvero un sogno, non importa quale sia, non deve essere nulla di eclatante; se si ha un fuoco interiore che brucia, un obbiettivo a cui teniamo, allora si devono superare i giudizi della gente, le paure dell’età, le convenzioni, bisogna scrollarsi di dosso la rassegnazione, l’inerzia e si deve dare il massimo per realizzarlo. Si potrà fallire o riuscire, questo potrà dipendere da tante variabili, a volte incontrollabili, ma l’importante sarà d’averci provato con il cuore e la determinazione che meritiamo, perché dobbiamo rispettarci ”.