Un percorso identitario, un "libro di famiglia" carico di suggestioni e ricordi personali, in cui l'autore con umorismo ed espressioni dialettali rievoca un passato di aneddoti al servizio della memoria collettiva. La distanza dagli eventi ne accresce infatti la valenza universale, travalicando i confini dell'esperienza soggettiva per assurgersi a narrazioni indispensabili per la costruzione di una cultura popolare ancora oggi cifra della nostra esistenza. Un passato rivendicato con orgoglio, quello di Alfredo Di Gregorio, indissolubilmente legato ai ricordi della naja e al profumo del mare, a vino e gazzosa, alla pesca di cannolicchi e paparazze n'chi li caze curciate e ai pericolosissimi tuffi dai travocchi. Racconti tranche de vie, scorci narrativi tanto brevi quanto epifanici, nei quali si rivela una realtà tenace che fatica a scomparire, storie di terra e di "contadini di mare" sullo sfondo di un'epoca fatta di vita di contrada, di piazzette e antichi mestieri, con l'immancabile "richiamo della vigna" al quale nessuno sembrava resistere. Un libro nato dallo sguardo di un autore allenato a custodire la bellezza di un mondo piccolo e destinato a non scomparire.