(…) Ecco, il tema del ricordo è il vero collante dell’intera opera di Minghelli: ma non è il solito sterile esercizio di raccontarsi, nè tantomeno la malinconica ricerca di quello che non c’è più. Vi si legge il rifiuto del nuovo che avanza, con la sua fretta e i suoi targets. Vi si coglie l’ironia e la pena per un mondo pieno di efficienza e produttività, dove però troppo spesso si lavora senza vedere i frutti della propria fatica. Vi si vede, vero ed arrabbiato, il desiderio di tempi scanditi a misura dell’uomo e non delle regole economiche. Ecco, Minghelli ha visto, lucidamente, tutto quello che di nuovo stava accadendo, anzi, ha voluto vedere. (…) LINO PAINI