Ognuno di noi, molto probabilmente, ha posto di fianco al letto un comodino, un ripiano con qualche cassetto, due o tre al massimo. E nel primo ammucchia e conserva una varietà di oggetti ritenuti importanti, oggetti comuni utili ogni giorno, oppure documenti ufficiali, contratti, liste di cose da non dimenticare, magari un libro.
La raccolta Porpora vuole essere questo. Non solo il libro da tenere di fianco al letto per rileggerlo prima di dormire, in solitudine, quando si cerca la compagnia di un’altra anima con cui connettersi, sentirsi compresi e condividere le stesse emozioni e fragilità: Porpora è anche il cassetto stesso. All’interno, racchiude diverse “cianfrusaglie in versi” per ogni evenienza, nate da gesti e realtà quotidiane; poesie, improvvisate ed inevitabili che forse, come i documenti, i contratti, le liste da non dimenticare, sono in fondo semplicemente necessarie.
Coltivami,
il freddo fiacca,
mi logora l’arsura
artica,
contraria.
Innaffiami
con cura,
quest’aria
insacca.
Coltivami
lungo è l’Inverno,
brividi tremano
all’interno,
cedo,
bruciano gli occhi
lividi,
da quando
non ti vedo
Giocherello
col tuo pensiero
in equilibrio
sul polpastrello
del mio dito
teso,
lascio che scivoli
intontito, intero
sempre più vicino
al pavimento
sospeso,
all’ultimo momento
lo piglio
al volo,
come un palloncino
vermiglio
lo tocco
affinché
non finisca sotto,
ma, ahimé,
uno scoppio!
Di colpo sfiatato
ora sgonfio, malconcio
in un angolo
abbandonato.
Era dolce ogni ciliegia
nelle serate assiderate,
apparecchiavi il giaciglio
spoglia,
egregia,
restavano brinate
le birre in veranda
nei geli di agrifoglio
e steli
di lavanda...
Scivolerei ancora
sui tuoi angoli
che l’amnesia scolora,
le linee,
le ciglia,
le virgole del viso,
mi parevi figlia
dell’Eliso...
Dalla tovaglia,
formica,
raccoglievo scaglie,
briciole,
mollica...
Poi mi sono sciolta
liquida, crosta, ingenua,
stolta.
Ma da quelle granelle
ho impastato una torta
di soli
frammenti....
immagina che farei
con tutti gli ingredienti.
Ella va sulla montagna
sguardo fisso sulla punta
una scarpa nuova e l’altra
già consunta.
Nello zaino semivuoto
qualche nota pergamena
lascia spazio a tutti i “No”
in catena.
Quercia stringe nella mano
sopra al ramo incastonati
chiari incipit nel Legno
incavati.
Catenacci sui recinti
nei sentieri inesplorati
tra spinosi labirinti
mascherati.
Temporale in vicinanza
pioggia pronta a riversarsi
sabbia eterna la minaccia
a imbarcarsi.
Giunta alfine sulla cima
pianterá la sua bandiera
sarà esempio, sarà faro
nella sera.