Oggi, in una cittadina sull'Adriatico. Tre giovani donne, alla ricerca di una sistemazione conveniente, affittano una casa, ignare che fra quelle mura si nasconda un mistero terribile. Nelle stanze aleggia ancora la presenza di inquietanti personaggi, che vi abitarono parecchi anni prima: un avventuriero esoterista, convinto di poter trovare una fantomatica radio in grado di captare le voci dei defunti; una pittrice ossessionata dall'occulto, misteriosamente scomparsa
insieme ai suoi quadri, in cui forse è nascosta la chiave per smascherare uno spietato assassino; una negromante, e potente medium, la cui ombra scivola ancora minacciosamente in quegli ambienti tetri e pieni di mobilio d'epoca.
Davanti agli occhi sempre più terrorizzati delle giovani inquiline, avvengono fenomeni che un vecchio esorcista interpreta senza esitazione come manifestazioni diaboliche.
In un'atmosfera allucinante, una catena di delitti stringe una morsa fredda attorno alle tre ragazze. Alcune morti sembrano dovute a incidenti o disgrazie, ma forse è solo apparenza.
Altri omicidi sono commessi con spietata ferocia impugnando un rasoio dal manico di avorio. Il movente è davvero il segreto custodito da un lucido e spietato occultista, oppure è il delirio provocato da una pulsione carnale e antica come il mondo?
La risposta a questa domanda "Solo dopo il crepuscolo".
UN VENERDÌ DI PRIMAVERA:
LA CASA DOVE VIVEVA ZIA OLGA
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– No, no… Lei non mi ha capito. Non voglio affatto un appartamento di lusso, quadrilocale, esposto a sud, vista mare e con pertinenze in dotazione. Sto cercando semplicemente una casa in cui abitare, che sia comoda, ben collegata e a un prezzo accessibile. Chiedo troppo forse?
L’agente immobiliare, benché giovane, era abituato a trattare con una clientela esigente e si limitò a fissarla ostentando il suo sguardo più professionale, per rassicurarla, mentre sfogliava il catalogo degli appartamenti disponibili. Ma quella, accidenti, sembrava decisa a scartarli tutti uno dopo l’altro. Uno perché era caro. L’altro troppo lontano. Un altro ancora troppo grande per le sue esigenze. Eppure in una località di mare così frequentata la scelta non mancava. Come ogni anno, di lì a poco sarebbero cominciati i pellegrinaggi per gli affitti estivi. Quella cittadina sull’Adriatico, nonostante la crisi, era sempre una meta richiesta. Non aveva di che preoccuparsi. Ma una cliente scontenta, era pur sempre una cliente scontenta. E questo andava evitato. Con un altro interlocutore avrebbe cercato di stabilire un contatto personale, di generare empatia. Ma questa ragazza di poche parole, asciutta, che aveva espresso le sue necessità con estrema concisione, tendeva a scoraggiare ogni confidenza.
La studiò per un attimo. Occhi color petrolio, grandi e ben distanziati, capelli castani portati sciolti con noncuranza sulle spalle. Ondulati e lunghi. Nei momenti di concitazione li raccoglieva con le mani dietro la nuca, in questo modo le scendevano a ciocche sparse sul collo, tanto da donarle per un attimo un aspetto più sensuale. Poi però li lasciava ricadere e, con i capelli attorno al viso, tornava a una certa austerità. Il tipo acqua e sapone, poco trucco, abbigliamento sportivo, tacchi bassi. Eppure, con quella pelle ambrata e una spruzzata di efelidi sul naso, lui l’avrebbe vista bene in abito da sera, anche se era certo che non fosse abituata a mettersi in mostra. Anzi, sembrava avere una spiccata tendenza a tenersi in disparte.
– Dunque un appartamento minimalista, facile da tenere in ordine, non troppo lontano dal suo ufficio, collegato con i mezzi pubblici e a costo contenuto. Ecco guardi, questo è perfetto. Che gliene pare? – Girò verso la cliente il catalogo con la scheda dell’immobile che sembrava più adatto. Eppure, niente. L’altra già scuoteva la testa.
– Settecentocinquanta euro? Ma è carissimo.
– Tenga conto che è già ammobiliato. Con soli due mesi di deposito. Niente spese di condominio. Riscaldamento autonomo, appena ristrutturato. Possibilità di tenere animali domestici. Molto adatto a lei, no?
Gli occhi scuri ebbero un guizzo sgradevole, anticipando di un secondo le parole che liquidavano la questione.
– Detesto gli animali domestici. Sia cani che gatti.
Proprio una persona fredda, sempre controllata, che si teneva sulle sue. Chissà perché. Sarebbe potuta essere carina, se non fosse stata così circospetta. Ma a quanto pare aveva la capacità di rendersi sgradevole. Con un piglio arrogante si era impossessata del catalogo e aveva iniziato a sfogliarlo, soffiandosi via le ciocche di capelli che ricadevano sul viso. Lui la lasciò fare, improvvisamente distratto da una visione che era balenata accanto alla vetrina.
Alta, magra, dalla carnagione lunare più che pallida, lunghi capelli neri lisci che rilucevano come le ali di un corvo. Trucco sofisticato, unghie laccate di nero, lenta nelle movenze, una pantera in equilibrio sui tacchi alti e fasciata in un abito colorato, aderente, come piaceva a lui. Quella sì che sarebbe stata una cliente facile da gestire. Probabilmente non chiedeva altro che di essere accontentata. Sembrava che affidasse tutto al solo aspetto esteriore, e sarebbe stata di certo in grado di apprezzare immobili moderni, ristrutturati con gusto, di tendenza. Avrebbe potuto sfoderare con lei tutto il suo charme, non appena la scomoda cliente che aveva davanti si fosse decisa a scegliere qualcosa.
La persona in questione nel frattempo sfogliava con aperto scetticismo le schede degli immobili.
– Ecco questo sarebbe stato perfetto. Se non fosse troppo lontano. E questo, vede? Proprio quello che intendevo io. Un appartamento tranquillo, in buona posizione. Ma il riscaldamento condominiale… no. Proprio no. Non si sa mai quanto ti viene a costare. E niente appartamenti a piano terra. Ci manca solo quello, doversi preoccupare anche dei furti. Per carità…
Il dialogo, o meglio il monologo, proseguiva serrato. Questo era lontano. Quello era caro. Questo era da ristrutturare. L’altro al pian terreno. Sembrava che proprio niente andasse bene.
Intanto era entrata una terza cliente: bionda, sportiva, capelli corti, fisico morbido, scollatura generosa. Forse un po’ mascolina negli atteggiamenti, ma sexy. Dopo aver spento la sigaretta col tacco della scarpa, aveva sospirato profondamente prima di spingere con foga la porta a vetri. Se ne stava lì, ad aspettare, guardandosi attorno con aria incerta, come se fosse indecisa sul da farsi. L’altra continuava a scartare ogni possibile soluzione.
Rasato di fresco, nel suo bel completo da manager rampante, l’agente immobiliare cominciava ad averne abbastanza. C’erano due clienti in attesa a cui dedicare la sua attenzione. La legge implacabile della domanda e dell’offerta comandava il mercato e, nonostante quello che predicavano nei corsi di comunicazione, lui restava del parere che certi clienti era meglio perderli che trovarli. Si alzò a metà, col suo miglior sorriso professionale sulle labbra, per prendere educatamente congedo. Stava per consigliare alla donna incontentabile di ripassare nei giorni seguenti, quando questa lo anticipò di un soffio.
– Penso che tornerò un altro giorno. Ci devo pensare su – il tono era conciliante ma la mimica facciale diceva tutt’altro. Qualcosa tipo … non metterò mai più piede qua dentro.
La bionda con i capelli corti inarcò le sopracciglia con aria interrogativa, come se trovasse strana tanta precipitazione, ma proprio quando si stava preparando ad accoglierla, girò sui tacchi e si avvicinò alla porta, uscendo se possibile ancora più velocemente di come era entrata.
Pazienza… gli rimaneva la creatura elfica dai lunghi capelli vellutati. Con l’aria di un cerbiatto impaurito quella però sembrava occupata a cercare qualcosa nella borsa. Ne trasse uno specchietto intarsiato nel quale controllò il trucco del viso, peraltro impeccabile. Poi, del tutto spaesata, aprì la bocca a cuore, senza proferire neanche una parola di senso compiuto. Sussurrò un saluto a mezza voce e uscì a sua volta.
Da tre clienti che aveva, era rimasto senza nessuno. Poco male. L’orologio suggeriva che era il momento adatto per un caffè. Il suo socio era fuori per far visitare un residence con dei deliziosi cottage appena ultimati che avrebbero venduto a peso d’oro. Non c’era di che preoccuparsi. Si affacciò sulla porta per far cenno alla cameriera del bar di fronte, affinché preparasse il solito espresso e si accinse a uscire. Fermandosi un attimo a raddrizzare in maniera certosina i cartelli di Vendesi e Affittasi che facevano bella mostra in vetrina, fu sorpreso di constatare che le tre clienti, stranamente, si erano allontanate tutte nella medesima direzione. Verso il mare.