L’opera, in due volumi (il primo uscito a maggio 2012), racconta e ricostruisce la storia e l’arte dei giardini nel mondo: il primo volume parte dalle radici simboliche precristiane, attraverso i giardini del Medio Oriente antico, di Roma e dell’Islam nell’alto e basso Medioevo, fino al suo fiorire nei grandi imperi dell’Islam orientale, la Persia safavide e l’India moghul, e contemporaneamente nell’Europa rinascimentale e barocca, nella Francia e Gran Bretagna «imperiali». Il secondo volume descrive la parabola (e celebra le glorie) del giardino borghese dal 1800 ai nostri giorni. Rispetto ai secoli precedenti, le differenze sono radicali: una maggior distribuzione del potere economico e della rappresentatività sociale hanno aumentato a dismisura il numero dei giardini, privati però in parte del valore esemplare che avevano rivestito da sempre. Vi è poi un aspetto fondamentale del giardino otto-novecentesco che lo distingue dalla tradizione precedente, ed è la crisi del giardino architettonico a favore di quello «naturale», che introduce per la prima volta il principio della sua assoluta inconsistenza temporale, il suo essere non solo inesorabilmente effimero, ma irriproducibile e inconservabile. Sorprendentemente leggibile e divertente nonostante il taglio scientifico, l’opera è destinata al pubblico più vasto non meno che agli addetti ai lavori. Per la freschezza dello stile può essere letto come un «romanzo» dell’evoluzione del giardino, raccontata per collegamenti con la storia dell’architettura, dell’arte, delle religioni, punteggiato di commenti e giudizi soggettivi che affiancano e talvolta non temono di contraddire le teorie tradizionali. Guido Giubbini, laureato in Storia dell’arte all’Università di Pavia, entra nel 1969 come ispettore nella Direzione Belle Arti del Comune di Genova, dove ha diretto il Gabinetto delle Stampe. Nel 1985 ha fondato il Museo d’Arte Contemporanea di Genova, che ha diretto fino al 2003, dotandolo di un patrimonio di oltre quattromila opere. Ha scritto libri, saggi e articoli su argomenti inerenti la storia della critica, l’incisione e la stampa, le tecniche artistiche, la rappresentazione della città e del territorio, la didattica dei musei, l’arte dell’Ottocento e del Novecento. Dal 1990 ha cominciato a interessarsi della storia del giardino come parte integrante della storia dell’arte. Dal 2001 al 2003 è stato curatore della rivista «Rosae». Nel 2005 ha fondato la rivista «Rosanova. Rivista di arte e storia del giardino».