La regista Lina Wertmuller immaginò uno spettacolo, mai realizzato, nel quale Renato Borsoni avrebbe dovuto interpretare il ruolo di un pirata. Da questo aneddoto nasce il titolo del libro, nel quale il fondatore del Centro teatrale bresciano raccoglie una serie di brevi scritti accompagnati dalle immagini di alcuni dipinti appesi alle pareti del suo appartamento. Ad ogni opera è legato il ricordo di storie, persone, vicende biografiche, che Borsoni rievoca con acuta leggerezza e ironia.
Il lettore è guidato in una galleria di ricordi che tracciano le coordinate di una vita. La giovinezza nelle Marche - Borsoni è nato in provincia di Ancona nel 1926 - e il fascismo; il padre Torquato, direttore didattico e buon pittore; la moglie Marisa Germano e l'amore per la famiglia; la lunga avventura teatrale come direttore artistico (a Brescia e, negli anni Novanta, a Prato); l'attività di grafico; gli incontri e le amicizie con artisti, imprenditori, politici che hanno fatto la storia del teatro e della Brescia contemporanea.