Questo piccolo poema, che nel titolo si contrappone ironicamente alla ben nota opera dantesca, nasce dallo sfogo poetico di un contrabbassista affetto da una tendinite che gli impedisce di svolgere la sua normale attività.
Le quartine di endecasillabi scandiscono il ritmo e, insieme alle rime e alle assonanze, diventano il pretesto per creare nuova musica.
Una musica corroborante che solo la lingua, usata in tutte le sue potenzialità di segno, di senso e di suono, riesce a dare. Avvalendosi anche di un linguaggio libero che, con raffinata arcaicità, stempera la tragedia con il profumo dell’ironia.