Un albo illustrato con trenta limerick e trenta illustrazioni a colori a fronte - Testi in italiano - Introduzione di Ferruccio Giromini.
(...) Erano anni – diciamo una ventina, senza esagerare – che questi responsabili passatempi gli frullavano per il capo. Immagini come testi; parole legate da idee; figure dense di significati formali e di non-significati contenutistici, ma coerenti. Il riferimento primo va ai “limerick” della tradizione ottocentesca anglofona, resi famosi da Edward Lear. Quello però è solo il punto di partenza. All’autore interessa poco, in fondo, la metrica del verso o il piroettare linguistico, al limite neppure gli interessa l’esercizio costante del nonsense. A lui preme piegare l’altrui convenzione al proprio mondo fantastico personale: alle sue parole favorite, ai suoi luoghi di elezione, ai suoi prediletti animali.
Non limerick qualunque, dunque, e nemmeno banalmente nonsense – ma bensì non-nonsense, purissime reggianerie. Che a questo punto ci verrebbe da chiamare, con adeguato neologismo (come sempre si fa, o si dovrebbe fare, di fronte all’ignoto e all’inedito) “zooesie”.(...)
Dall'introduzione di Ferruccio Giromini
L'Istrice di Vieste
Un Istrice geometra di Vieste
Squadrò imposte, cataste, ceste.
A costo di passar per puntiglioso
Non tollerava il moto sinuoso,
Quell'Istrice anelastico di Vieste.