Il percorso di studio su villa Trabia di Campofiorito, importante complesso architettonico di Palermo tra XVI e XIX secolo, che Antonella Lo Giudice ha compiuto in occasione del dottorato di ricerca in Storia della Città e del Territorio presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, sotto la guida di Leonardo di Mauro, rilegge il senso di un luogo architettonico che, in relazione con i suoi protagonisti, vive la sua trasformazione attraverso il tempo e l’ambiente che lo circonda.
La fase di ricerca storico archivistica si è rivelata impegnativa, dovendo esaminare molto materiale documentario inedito che fa da strumentazione di base per l’elaborazione della metodologia e dei riferimenti culturali qui proposti per lo studio della villa. La documentazione, così individuata, in fondi archivistici pubblici e privati, rappresenta un percorso che consente di poter realizzare una visione dettagliata, seppure non totalmente definitiva, di un processo evolutivo di costruzione della fabbrica, del ben noto monumentale ninfeo e dell’organizzazione dell’impianto del giardino. Si tratta di apoche: documenti stipulati alla presenza di un notaio, atti di gabella, relazioni delle maestranze con la misura e la stima degli interventi compiuti. Tutti documenti che stimolano e alimentano riflessioni relative ai rapporti tra le committenze, gli architetti e gli artigiani. Il materiale documentario rivela, infatti, l’identità della committenza e le esigenze relative sottese alle iniziative da realizzare. L’analisi dei materiali impiegati diventa una fonte essenziale per ricostruire il legame che intercorre tra ambiente e architettura, oltre a fare da collante con la fase iniziale di ricerca sviluppatasi attorno al rapporto tra la villa e il territorio.
L’analisi della documentazione iconografica rinvenuta ed in larga misura inedita, contribuisce, inoltre, a far cogliere il carattere dell’intero complesso architettonico, oltre a rappresentare un costante riferimento per poter approfondire lo studio della villa. Ne viene fuori un lavoro personale, rigoroso ed originale che offre ai lettori, in modo discorsivo e documentato, la possibilità di poter gustare la rilettura di un pezzo suggestivo dell’immenso patrimonio artistico-architettonico palermitano costruito tra XVI e XIX secolo.