Le voci qui presenti testimoniano come questa terra mesopotamica non è solo la patria di balsamici sapori e succosi frutti, ma anche la matrice di un respiro capace di diventare parola, conoscenza e poesia del mondo, accanto al gesto che, il mondo, lo agisce, lo muta, lo mette in divenire.
In questo tempo di comunicazioni globali e virtuali, dove la diffusione della voce è troppo spesso proporzionale alla sua progressiva astrazione dal corpo che la emette, in questo mondo culturale dove sembra che solo i grandi eventi, le grandi adunate, le grandi impostazioni commerciali abbiano senso, possibilità e valore, si è scelto un medium tra i più antichi ed oggi desueti, il libro di carta, pensando proprio al suo odore e spessore, alla concretezza delle mani che lo avrebbero tenuto e degli occhi che lo avrebbero scorso: quasi di fianco, quasi accanto - lo spazio di un tocco dell'indice - la voce che dice e l'orecchio che ascolta.