Il mondo, l’amore e la sofferenza scritti e descritti a quattro mani, si mostrano sotto il filtro dello sguardo femminile e di quello maschile, nel primo romanzo dei giornalisti Donatella Di Paolo e Laurenzo Ticca. Volevamo conquistare il cielo è la storia intensa e appassionante di Lea e Luca, due giovani studenti universitari che vivono la loro breve, ma fondamentale relazione negli anni accesi della contestazione giovanile. È la storia dell’entusiasmo e dei sogni di tutta una generazione, quella del Sessantotto, che si scontrerà poi con la delusione di promesse infrante e di un mondo che, anziché cambiare nella direzione sperata, sembra peggiorare di giorno in giorno. La vita dei due protagonisti prosegue parallela e indipendente per oltre vent’anni, segnata da dolori profondi, violenze inconfessabili e il dramma della malattia. Ma proprio la sofferenza e il conseguente desiderio di rinascita porteranno Lea, nel momento più difficile della sua vita, a cercare Luca dopo tanto tempo per scoprire cosa sia rimasto di quell’amore, di quei due giovani e dei loro sogni.
Milano, 1969. Nel periodo più caldo della Contestazione Studentesca Lea e Luca si conoscono durante un’assemblea in università e tra loro è subito amore. Un’intesa fisica e mentale fortissima, che però viene presto interrotta da un evento imprevisto e doloroso che li porta a lasciarsi e a perdersi di vista. Per vent’anni vivranno separati e lontani, senza sapere più nulla l’uno dell’altra; ma nei momenti più duri e inconfessabili il calore di quella storia finita così bruscamente tornerà a lenire le ferite. Finché un giorno Lea, alle prese con la prova più difficile della sua vita, decide di cercare Luca. Il loro incontro sarà l’occasione per capire cosa sia davvero rimasto di quell’amore, ma anche per fare i conti con i fantasmi del passato e con la disillusione di un’intera generazione che voleva conquistare il cielo.
Volevamo conquistare il cielo è un romanzo, una storia di finzione con personaggi di fantasia. Ma gli autori, entrambi giornalisti televisivi di grande esperienza, hanno voluto raccontare fatti veri, fornire al lettore in tutta la loro cruda realtà quelli che possono e devono essere considerati materiali di cronaca. In particolare la storia della protagonista femminile si pone come rappresentazione e denuncia di una situazione tristemente comune: Lea è una donna molto bella, una brava professionista che nella sua vita privata e lavorativa si trova a doversi scontrare non solo con la prova feroce della malattia, ma anche con rapporti con uomini di potere che cercano di portarla a compromessi inaccettabili. Il romanzo, lungi dal rappresentare uno scontro di genere, mostra attraverso la scrittura a quattro mani e l’originale impianto narrativo a due voci, le diverse sensibilità del maschile e del femminile, mondi distinti, ma altrettanto capaci di interpretare, raccontare e affrontare la vita con profondità e rispetto.
“Esiste un prima e un dopo. E in mezzo tutto quello che è successo. Ma dopo non hai più certezze.
Solo tempo da afferrare, mordere, azzannare. Perché improvvisamente il tempo non è più infinito.
La tua vita è a tempo”.