Vari personaggi si alternano nello studio di un giovane coach. Non hanno nomi né volti. Hanno storie da raccontare e ferite da mostrare coraggiosamente. Si lasciano scrutare da due profondi occhi azzurri, perché vogliono liberarsi dalla trappola del dolore e della depressione. Vogliono salire sul treno del cambiamento. Prendere posto accanto ad un finestrino da cui filtri la luce, per vederci chiaro o semplicemente per cominciare a vedere i paesaggi interni ed esterni da angolature diverse. Per iniziare ad essere consapevoli di avere un posto, il più possibile comodo, bello e migliorabile e riuscire a dire finalmente sì a se stessi, rivestendosi della dignità del vivere. Il coach non darà ricette, indicherà i possibili sentieri e crescerà ad ogni incontro, perché non esiste uno sfiorarsi di anime, che non sia esso stesso fioritura.