“I Pentacuminati” di Eraldo Guadagnoli sono cinque (penta) racconti pungenti che non lasceranno indifferente il lettore poiché, come da lingua latina, “acuminare” deriva da acumen -mĭnis «acutezza». Acuminato è qualcosa che è stato reso più acuto, più aguzzo, o anche più arguto, se vogliamo. Questi cinque racconti sono cinque storie immaginate da un autore mai scontato che ama sondare la psiche umana, i processi mentali, ma soprattutto le dinamiche relazionali tra le persone. Ogni racconto tratteggia un vizio, o un’umana virtù, in cui tutti possono riconoscersi. L’autore ripesca nella sua cultura classica, a partire dal titolo di ogni racconto, in un duplice intento: conferire ad ogni storia quel carattere di universalità che solo i miti greci possono evocare e, nel contempo, nobilitare anche i più rovinosi fallimenti dell’essere uomo tra gli uomini, ben descritti in alcune di queste pagine e conditi da azioni ben più che grette e ragionamenti fin troppo terreni sotto la volta di questo cielo.