È un mondo culturale ricchissimo, quello della Bologna tra la fine del secolo XVIII e la prima metà del secolo successivo: a fianco dell’Università più antica del mondo troviamo un giovanissimo Liceo Musicale e una recentissima Accademia di Belle Arti. Ma poi la città è ricca di teatri per l’opera e per la prosa e di Accademie private, e vi si stampano giornali e periodici, specializzati e non, che presentano e recensiscono gli avvenimenti artistici e musicali. Infine, o innanzitutto, questo contesto così ricco sul piano culturale gode anche della fitta presenza di luoghi che a noi oggi possono sembrare collaterali, ma che erano allora importantissimi per la conoscenza e la diffusione della cultura in città: i salotti.Parleremo del ruolo dei salotti a Bologna dalla fine del Settecento a metà dell’Ottocento: apriremo le porte di questi ambienti tra l’epoca giacobina (fine ’700) e gli anni del Risorgimento compresi tra i moti del ’20 e la prima guerra d’Indipendenza. E ci fermeremo qui, perché nella Bologna del secondo Ottocento e in quella post-unitaria le prospettive culturali e sociali cambieranno completamente.
Maria Chiara Mazzi, diplomata in pianoforte e clavicembalo presso il Conservatorio di Bologna, laureata in Lettere Moderne a indirizzo storico e in Discipline della Musica presso l’Università di Bologna, cura per Bologna Festival i Progetti di Note sul Registro. Collabora con Musica Insieme di Bologna e col Teatro Pavarotti di Modena. Insegna Storia della musica al Conservatorio Rossini di Pesaro, ha pubblicato saggi storico-musicali e articoli per riviste specialistiche e divulgative.